Quando si aspetta il primo figlio, ci si immagina come sarà poi la vita quotidiana una volta a casa con il neonato. Anche se si frequentano corsi pre-parto, se si hanno amiche con bambini piccoli, ciò che ci si è immaginati è spesso piuttosto diverso dalla realtà.
"Non le darò mai il ciuccio" ne ero stra-convinta, prima che nascesse. Poi, quando è arrivata a casa, le mie certezze granitiche hanno iniziato a sgretolarsi pian piano e nel giro di 4 giorni era già in modalità Maggie Simpson. Sì perché nell'immaginario nessuno strillava tanto.
"Allattare è una cosa naturale" me lo sono detta al corso pre-parto 10 giorni prima dell'evento, quando ormai stare seduti era una tortura e la bambola che mi era capitata per provare a trovare la posizione corretta era troppo grande, anche a detta dell'ostetrica. Il mio impegno era stato minimo, una vocina mi diceva: "gli altri mammiferi mica le fanno le prove e non si sono ancora estinti". La dura realtà è stata ittero per lei e ragadi per me, perché anche alla nursery ho pensato bene di fare da sola...
"Dormirà in camera sua" quando poi la posizione per allattare l'abbiam trovata, lei ha cercato decisamente di recuperare il tempo perso, soprattutto di notte. E dopo che essermi alzata 2 o 3 volte per notte per andare da lei, dopo ben 2 giorni avevo la culla a fianco al letto.
"Dormirò mentre lei dorme" ma l'auto era il suo miglior sonnifero, meglio se con me alla guida.
"Gestirò serenamente le colichette" al corso ti insegnano come tenerli e cosa fare in questi casi e tu ti immagini padrona della situazione. La realtà è che arrivano quando sei ormai sbarellata sul divano dopo una giornata passata ad allattare, cambiare, lavare e allora ti ricordi che avevano anche detto che i papà sono bravi a gestirle, e lo metti alla prova e deleghi serenamente.
"Sarò una frana a mettere i pannolini" non ne avevo mai messo uno. Tempo di apprendimento 2 minuti, spiando l'espertissima vicina alla nursery.
"Come farò a capire il suo pianto, che piangono sempre uguale" dopo qualche giorno ti sei fatta un tale repertorio di pianti, che ormai sai benissimo cosa vuole e mangiare è la risposta esatta nell'80% dei casi, seguito dal: "cambiami!". Quindi vai per tentativi: offri cibo, cambi, ipotizzi colichette, ecc. Sì perché alla fineti rendio conto che , in genere, le esigenze di un neonato sono piuttosto prevedibili.
Insomma, tornati a casa con il neonato a volte la realtà sarà più dura, altre ciò che ci si era immaginato come complicato è in realtà facilmente gestibile. L'importante credo sia imparare a chiedere aiuto, un supporto quando serve. Anche se in genere siamo abituate a fare da sole. Farsi aiutare non ci farà essere mamme meno brave, ma semplicemente più serene.